italia non profit
Vai ai contenuti
img

SPERIMENTAZIONE ANIMALE
ovvero
VIVISEZIONE


Di tutti i crimini neri che l’uomo commette contro Dio e il creato, la vivisezione è il più nero.
Gandhi


Premessa


Abbiamo appreso con estremo piacere e con commozione, la liberazione che, nei giorni di marzo 2021, ha visto finalmente liberati dalla tortura i macachi di Verona grazie al rifiuto dell'Università a servirsi di loro per la sperimentazione a scopo scientifico. Dopo le liberazioni delle Università di Modena e Padova anche Verona si allinea al progresso scientifico, etico e culturale.

Quindi, l’Università ha firmato con il Comune un protocollo d’intesa che ha consentito ai macachi di tornare a vivere, liberandoli dalle gabbie di un laboratorio, dalle torture delle manipolazioni e assegnandoli a un Centro di recupero.

Per gli antivivisezionisti, è stato un grande traguardo, tanto civile quanto logico. Non così è successo poco prima ai macachi delle Università di Parma e di Torino che, nonostante una lunga lotta, sono stati riammessi alla sperimentazione cerebrale. Molti studenti di queste Università, come forma di protesta etica, hanno chiesto il trasferimento ad altri atenei.

Le scimmie antropomorfe vivono nella foresta in mezzo agli alberi. Hanno due occhi un naso due orecchie una bocca, mani e piedi. Un cervello e sentimenti. Si esprimono a gesti e suoni, comunicano e si capiscono. Partoriscono, tutelano il figlio che succhia il latte e dorme tra le braccia della madre.
Lo coccolano, lo proteggono, lo educano, anche lo rimproverano perché ogni piccolo ha il proprio carattere, prepotente, viziato, giocherellone....I cuccioli osservano e imparano.

Nella tassonomia Homo sapiens e macachi appartengono allo stesso ordine dei Primati. Siamo quindi strettamente imparentati. Siamo simili ma non uguali.
Una caratteristica comune tra il cervello umano e quello dei primati, che li differenzia dagli altri mammiferi, è l'alta densità di neuroni che permette un'elevata velocità di elaborazioni complesse, e un diretto e rapido incremento dell'intelligenza, cosa che non si verifica con altri mammiferi.

Il benessere del genere umano è strettamente collegato a quello degli altri animali, della natura, degli ecosistemi, della nostra casa comune, del nostro pianeta, in una formula riconosciuta anche dal nostro Ministero della Salute come ONE HEALT, una sola salute. Negli ultimi decenni lo abbiamo riscontrato direttamente con le varie epidemie di Sars, Mers…..e infine lo stiamo riscontrando con l’attuale pandemia di Covid19  https://www.youtube.com/watch?v=KpesifYp_j0


La Sperimentazione animale o vivisezione


Il suo nome originale è vivisezione ma i vivisettori hanno cercato di ripulirne l’immagine chiamandola sperimentazione su modelli animali, ma gli animali non soffrono di meno cambiando le parole che descrivono comunque le terribili pratiche cui sono sottoposti.
Allo stesso modo dei cacciatori che uccidono milioni di animali per divertimento ma si riqualificano ambientalisti, amanti della natura, tutori dei suoi equilibri.

Non possiamo accettare che gli animali vengano torturati per trovare rimedi alle nostre malattie. Come se esercitassimo la sperimentazione sugli umani, deboli, analfabeti, ignari (cosa che in realtà avviene come si legge sul Fatto Quotidiano del dicembre 2011 www.ilfattoquotidiano.it/2011/12/12/pertosa-cavie-umane-passare/173980/).

Le origini “nobili” della vivisezione risalgono a Cartesio che considerava gli animali macchine e quindi si poteva far loro di tutto, anche massacrarli perché le loro grida e i lamenti non erano altro che il rumore delle lancette di un orologio. Da qui consegue che, se l’animale è solo una macchina, si può lavorare legittimamente sul suo corpo, senza scrupoli di sorta.

La vivisezione moderna è nata invece nel 1800 con il fisiologo Claude Bernard che sperimentava anche sul cane di casa. Questo la dice lunga sulle radici sadiche di tale pratica.

Poi la vivisezione ebbe due momenti cruciali: quelli intorno alla seconda guerra mondiale tra il 1937 e il 1947. In quell’epoca la struttura del Dna non era ancora stata spiegata, la sintesi moderna dell’evoluzione era una teoria nuova e gli animali e gli esseri umani sembravano essere più o meno identici a parte l’anima, caratteristica esclusiva dei secondi. I settori dell’etologia cognitiva e della cognizione animale non erano ancora nati e non si erano scoperte le differenze tra i gruppi etnici e tra i sessi in relazione alla malattia e alla risposta alle cure.

La sperimentazione animale attuale, crudele quanto le precedenti, è un modello scientifico mai validato che basa su enormi interessi economici le sue fondamenta e non su serie evidenze scientifiche.

Esclusi i macachi e le altre scimmie antropomorfe che vengono prelevate in natura, la maggior parte degli animali destinati alla sperimentazione, provengono da stabilimenti fornitori che li allevano per lo scopo. Basta ricordare i cani beagles di Green Hill nel bresciano.
Spesso gli animali allevati sono geneticamente modificati.

Gli animali destinati ai laboratori di sperimentazione vivono secondo la crudeltà dell’essere umano. Vengono avvelenati, ustionati, accecati, mutilati. Vengono infettati e indotti ad ammalarsi di gravi malattie.
Sono affamati, maltrattati, isolati, spaventati, resi dipendenti da droghe e alcool.

Ogni giorno più di 3.000 animali muoiono dopo atroci sofferenze.

Tra il 2008 e il 2009 sono state effettuate ben 350 procedure senza anestesia con un numero indefinito di animali, esperimenti che hanno comportato intensi e prolungati livelli di dolore senza alcuna forma di lenizione, tipo: fratture, incisioni, innesti, investigazioni sul cervello, studi psichiatrici, trapianti di organi, lesioni del midollo, stress acuto e stimolazioni cerebrali profonde con elettrodi.

L’uso degli animali è comunque in diminuzione, si è passati da oltre un milione di animali l’anno a 691.666 nel 2014, 581.935 nel 2015, 607.097 nel 2016. Si pensa che i motivi della diminuzione siano da attribuirsi all’opposizione sia sul piano etico che sul piano scientifico portati avanti da tutte le nazioni.

Il maggior numero di animali usati si riferisce a topi e ratti.
Nel 2017, secondo il Ministero della Salute il numero di animali è sceso a 580.073 e tra questi 639 cani, con un’impennata al ricorso dei macachi arrivati a 548 di cui molti utilizzati anche in una seconda procedura. Il 46% degli animali viene sottoposto a procedure dolorose, 2.538 gli animali allevati per il solo mantenimento di colonie geneticamente modificate. Tutti gli animali utilizzati per la sperimentazione sono comunque destinati alla morte.

La Commissione Europea nel 2020 ha reso noti i dati relativi agli animali usati nelle “procedure scientifiche” tra il 2015-2017, ovvero: sono stati utilizzati 10 milioni di animali l’anno a cui si aggiungono 12 milioni di animali in parte uccisi semplicemente perchè in esubero. Assurdo, esistono leggi di tutela validi in tutti i campi meno che nella sperimentazione dove si può ammazzare solo perché l’animale è stato considerato inutile o in sovrappiù.
Inoltre circa l’11% del totale delle procedure, è classificato a livello di sofferenza animale “grave” con il più alto grado e senza possibilità di attenuazione del dolore. Questi dati portano l’Italia nella top 5 della sofferenza, al quinto posto dopo Inghilterra, Germania, Francia e Spagna.

Eppure gli animali soffrono come noi ma non sono come noi. La maggior pare delle malattie umane non colpisce alcun animale, le sostanze tossiche per una specie non lo sono per un’altra o sono addirittura salutari. Le similitudini tra noi e gli animali non possono essere impiegate per dimostrare un’ipotesi scientifica.

La sperimentazione animale è un errore metodologico che continua a mietere centinaia di milioni di vittime animali e umane perché nessuna specie vivente può essere di modello sperimentale per le altre a causa delle enormi differenze genetiche, anatomiche, biologiche, metaboliche, psichiche, etologiche che le contraddistinguono come dichiara il tossicologo Claude Reiss che aggiunge: Nessun uomo sano di mente consulterebbe un veterinario per ricevere consigli sulle proprie malattie. Il fatto che qualunque specie non rappreseti un modello affidabile per le altre è una questione di buon senso ma può essere anche provata rigorosamente. Una specie, infatti, è definita dal suo isolamento riproduttivo: un gatto non può incrociarsi con un cane, né un cavallo con una mucca. Questo perché l’informazione genetica di ogni specie, depositata nei suoi cromosomi, è strettamente specie-specifica e non può essere complementare a quella di nessun’altra. Quindi la sperimentazione animale è pura mistificazione e non solo è superflua ma fornisce false credenze dannose per la salute umana.

Dal 2004 è diminuita drasticamente la speranza di vita in salute in Italia, il paese europeo dove è più marcata la riduzione di aspettativa di vita sana. "Nel nostro paese si fa solo esclusivamente prevenzione secondaria, quella degli screening di massa, che favorisce l'industria della diagnostica e della cura ma che non rimuove affatto ciò che ci fa ammalare. Di conseguenza non si fa la prevenzione principale, quella primaria, che deve andare a rimuovere le cause delle malattie ambientali oltre che sociali per mantenere in piena salute tutte le persone. Si confonde la prevenzione con la diagnosi precoce di una malattia che nella maggior parte dei casi non si è neanche in grado di curare efficacemente, per esempio i tumori" (Valerio Gennaro, epidemiologo dell'Istituto tumori di Genova).

Il 95-97% dei farmaci testati sugli animali e che risultano per loro innocui, vengono poi scartati perché non superano le prove cliniche sugli esseri umani.
In Italia in soli undici anni sono stati ritirati per inidoneità o perché pericolosi, oltre 25.000 prodotti farmaceutici la cui validità era stata garantita dalla sperimentazione animale.
Non soltanto, ma la morte per iatrogenia (ovvero provocata da farmaci) è al quarto posto nella classifica delle cause di morte in paesi industrializzati.
In Europa ogni anno, perdono la vita 200.000 persone, in Gran Bretagna 10.000, negli USA 100.000. L’Italia è il quinto paese per consumo di farmaci al mondo.

Un esempio classico di errore metodologico del passato è quello del vaccino antipolio scoperto da Albert Bruce Sabin (1906-1993) il quale dichiarò che la scoperta del vaccino fu ritardata a lungo a causa della erronea interpretazione della malattia umana basata su modelli sperimentali fuorvianti sugli animali.

Un esempio di errore metodologico attuale possiamo considerarlo quello della ricerca sul cancro che, nonostante i 5.000 ricercatori e i miliardi di euro investiti per finanziarla, dopo 50 anni non è arrivata a conclusione. Infatti, per Umberto Veronesi, scienziato di fama mondiale, “Il tumore che insorge spontaneamente nell’uomo nulla ha a che vedere con il tumore indotto artificialmente nel topo” (da Un male incurabile).

Secondo Thomas Hartung, scienziato di fama mondiale, ex direttore dell’ECVAM (Centro Europeo per la Validazione dei Metodi Alternativi) e consulente scientifico dell’Unione Europea nonché professore di farmacologia, tossicologia, microbiologia molecolare e immunologia ora presso l’Università Johns Hopkins di Baltimora: “Le prove su animali sono scienza di cattiva qualità e dalla loro sostituzione dipende la vita di milioni di esseri umani essendo ormai dimostrato che all’inquinamento chimico è dovuto il costante aumento di tumori, malattie neurodegenerative, malformazioni, disordini del sistema endocrino….ecc.”.

La sperimentazione animale, secondo Hans Ruesh strenuo difensore degli animali e fondatore del centro antivivisezionista svizzero CIVIS nel 1975, autore del famoso libro Imperatrice nuda:  “sfrutta la codardia e l’ignoranza dei più con la complicità spesso involontaria dei grandi mezzi di informazione, riuscendo a far credere di essere depositaria di conoscenza occulta che al comune mortale non è dato penetrare e da cui dipende la salvezza dell’umanità. Cupidigia, incompetenza, vanità, insensibilità, sadismo, stupidità, sono le accuse che si muovono a tutta la pratica di vivisezione”.

Sempre più dal mondo scientifico arriva l’appello che “il modello animale” non ha valore scientifico, che ogni specie animale può essere modello soltanto a se stessa e che di conseguenza la sperimentazione animale rappresenta un pericolo per la salute umana e l’ambiente, un freno allo sviluppo dei nuovi metodi di ricerca biomedica fondati sulle attuali straordinarie acquisizioni scientifiche; un ostacolo alla possibilità di attingere a risposte ben più affidabili esaurienti e veloci ed economiche forniteci dalle nuove tecnologie; uno spreco inaccettabile di risorse.

Anche Susanna Penco, biologa e ricercatrice all’Università di Genova nonché malata di sclerosi multipla, dichiara che è contraria alla vivisezione sia dal punto di vista etico che scientifico.
Etico perché non ritiene giustificabile in nome di un presunto progresso, infliggere sofferenze ad altri esseri senzienti; scientifico perché è inutile e non ha alcun senso studiare una cura su una specie diversa da quella a cui la cura è destinata. E’ anche dannosa perché distrae dei soldi  spendendoli in modo inopportuno e perché spesso i farmaci testati sugli animali creano poi problemi all’uomo.

Nel mondo dell’industria farmaceutica gli interessi sono miliardari tant’è che risulta l’industria più ricca al mondo dopo quella petrolifera. E, come per ogni industria, lo scopo è il guadagno.
Esempio ne è la Novartis che nel 2014 è stata indagata per il vaccino H1N1 del 2009 http://brancheresistenti.altervista.org/novartis-indagata-corruzione-medici/

Sono quattro le fasi di sperimentazione di un farmaco prima della messa in commercio (la prima delle quali è però solo sugli animali, preclinica) che possono arrivare a richiedere oltre dieci anni dal laboratorio al letto del paziente. Un percorso lungo costruito proprio per garantire il massimo livello di sicurezza. Le successive tre fasi avvengono sull'uomo, cliniche, quando i test sugli animali hanno dato esito positivo.

E’ giusto sapere a che cosa sono sottoposti gli animali usati a fini scientifici, non vivisezionati ma sperimentati in nome del cosiddetto progresso, secondo la Direttiva 2010/63/UE.

Procedure “lievi”:
a) somministrazione di anestesia, ad esclusione della somministrazione ai soli fini della soppressione; b) studio farmacocinetico, con somministrazione di dose unica…; c) tecnica non invasiva per immagini… con opportuna sedazione o anestesia; d) procedure superficiali, ad esempio biopsie di orecchio e coda, impianto sottocutaneo non chirurgico di mini-pompe o transponder; e) applicazione di dispositivi telemetrici esterni che causano solo lievi menomazioni o interferenze con l’attività e il comportamento normali; f) somministrazione, per via sottocutanea, intramuscolare, intraperitoneale, mediante sonda ed endovenosa attraverso i vasi sanguigni superficiali, di sostanze con effetto lieve o nullo e in volumi nei limiti appropriati alla taglia e alla specie dell’animale; g) induzione di tumori o tumori spontanei che non causano effetti clinici avversi riscontrabili (ad esempio piccoli noduli sottocutanei non invasivi); h) riproduzione di animali geneticamente modificati da cui dovrebbe risultare un fenotipo con effetti lievi; i) alimentazione con diete modificate che non soddisfano tutte le esigenze nutrizionali degli animali e si prevede causino anomalie cliniche lievi nell’arco di tempo dello studio; j) confinamento di breve durata (< 24 h) in gabbie metaboliche; k) studi che comportano la privazione di breve durata del partner sociale, la messa in gabbia di breve durata di ratti o topi adulti socievoli; l) modelli in cui gli animali sono sottoposti a stimoli nocivi, brevemente associati a dolore, sofferenza o angoscia lievi a cui gli animali possono sottrarsi; m) la combinazione o l’accumulo degli esempi seguenti può condurre ad una classificazione «lieve»; i) valutazione della composizione corporea con tecniche non invasive e contenimento fisico minimo; ii) controllo elettrocardiografico con tecniche non invasive e contenimento fisico minimo o nullo di animali abituati; iii) applicazione di dispositivi telemetrici esterni che non causano probabilmente alcuna menomazione ad animali socialmente abituati e non interferiscono con l’attività e il comportamento normali; iv) riproduzione di animali geneticamente modificati da cui non dovrebbe risultare un fenotipo avverso clinicamente riscontrabile; v) aggiunta di marker inerti alla dieta per seguire il passaggio del contenuto gastrointestinale; vi) sospensione dell’alimentazione per < 24 ore nei ratti adulti; vii) sperimentazioni in ambiente naturale.

Procedure “moderate”:
a) Applicazione frequente di sostanze di prova che producono effetti clinici moderati e prelievo di campioni ematici… in animali coscienti, nell’arco di alcuni giorni senza sostituzione del volume; b) studi per determinare i dosaggi che producono effetti acuti, test di tossicità cronica/cancerogenicità con punti finali non letali; c) chirurgia in anestesia generale e somministrazione di idonei analgesici, associata a dolore, sofferenza o deterioramento delle condizioni generali post-chirurgici. Esempi: toracotomia, craniotomia, laparatomia, orchiectomia, linfadenectomia, tiroidectomia, chirurgia ortopedica con stabilizzazione efficace e trattamento delle lesioni, trapianto di organi con trattamento efficace dei rigetti, impianto chirurgico di cateteri o dispositivi biomedici (ad esempio trasmettitori telemetrici, mini-pompe, ecc.); d) modelli di induzione di tumori o tumori spontanei che si prevede causino dolore o angoscia moderati o interferenza moderata con il comportamento nomale; e) irradiazione o chemioterapia in dose subletale o dose altrimenti letale ma con ricostituzione del sistema immunitario. Gli effetti avversi previsti dovrebbero essere lievi o moderati e di breve durata (< 5 giorni); f) riproduzione di animali geneticamente modificati da cui dovrebbe risultare un fenotipo con effetti moderati; g) creazione di animali geneticamente modificati mediante procedure chirurgiche; h) uso di gabbie metaboliche con restrizione moderata del movimento per un lungo periodo (fino a 5 giorni); i) studi con uso di diete modificate che non soddisfano tutte le esigenze nutrizionali degli animali e che si prevede causino anomalie cliniche moderate nell’arco di tempo dello studio; j) sospensione dell’alimentazione per < 48 ore nei ratti adulti; k) induzione della fuga e di reazioni di evitamento nei casi in cui l’animale è incapace di rispondere con la fuga o di sottrarsi agli stimoli, che si prevede causi angoscia moderata.

Procedure “gravi”:
a) Prove di tossicità in cui la morte è il punto finale, o si prevedono decessi accidentali e sono indotti stati patofisiologici gravi… b) prova di dispositivi che, in caso di guasti, possono causare dolore o angoscia intensi o la morte dell’animale…; c) prova di potenza dei vaccini caratterizzata da deterioramento persistente delle condizioni dell’animale, graduale malattia che porta alla morte, associate a dolore, angoscia o sofferenza moderati e di lunga durata; d) irradiazione o chemioterapia in dose letale senza ricostituzione del sistema immunitario, ovvero con ricostituzione e reazione immunologica contro l’ospite nel trapianto; e) modelli di induzione di tumori o tumori spontanei che si prevede causino malattia progressiva letale associata a dolore, angoscia o sofferenza moderati di lunga durata Ad esempio, tumori che causano cachessia, tumori ossei invasivi, tumori metastatizzati e tumori che causano ulcerazioni; f) interventi chirurgici e di altro tipo in anestesia generale che si prevede causino dolore, sofferenza o angoscia postoperatori intensi, oppure moderati e persistenti, ovvero deterioramento grave e persistente delle condizioni generali dell’animale. Produzione di fratture instabili, toracotomia senza somministrazione di idonei analgesici, ovvero traumi intesi a produrre insufficienze organiche multiple; g) trapianto di organi in cui il rigetto può causare angoscia intensa o deterioramento grave delle condizioni generali dell’animale (ad esempio xenotrapianto); h) riproduzione di animali con alterazioni genetiche che si prevede causino deterioramento grave e persistente delle condizioni generali, ad esempio morbo di Huntington, distrofia muscolare, nevriti croniche recidivanti; i) uso di gabbie metaboliche con limitazione grave del movimento per un lungo periodo; j) scosse elettriche inevitabili (ad esempio per indurre impotenza acquisita); k) isolamento completo di specie socievoli per lunghi periodi, ad esempio cani e primati non umani; l) stress da immobilizzazione per indurre ulcere gastriche o insufficienze cardiache nei ratti; m) nuoto forzato o altri esercizi in cui il punto finale è l’esaurimento.


Metodi sostitutivi senza uso di animali


Premesso che la stella polare dell’essere umano, il suo valore alto, la guida verso cui progredire,  dovrebbe essere l’etica.
Con il termine "metodi alternativi" (sostitutivi), sono indicate tutte le procedure adottate allo scopo di ridurre l’uso di animali, di sostituirli completamente nella sperimentazione, ma anche di limitarne o eliminarne le sofferenze. Secondo l’articolo 37 del D.lgs. 4 marzo 2014, n. 26, il Ministero della Salute è chiamato a promuovere lo sviluppo e la ricerca di approcci alternativi, che non prevedono l’uso di animali o utilizzano un minor numero di animali o che comportano procedure meno dolorose, nonché la formazione e aggiornamento per gli operatori degli stabilimenti autorizzati.
Già nel 1959, gli accademici britannici Russel e Burch, per sostenere una sperimentazione più attenta alla protezione degli animali da laboratorio, avevano introdotto il “principio delle 3R” come realizzazione pratica affinchè risultassero efficaci e fossero validati  i metodi alternativi. Tale principio si basa su tre fondamentali concetti metodologici, "3R":

  • Replacement: completa sostituzione degli animali con metodi alternativi come scopo finale
  • Reduction: Riduzione del numero di animali utilizzati, tale comunque da ottenere una quantità di dati statisticamente significativa
  • Refinement: Raffinamento delle condizioni sperimentali per ridurre al massimo la sofferenza provocata all’animale

Il primo Paese al mondo a vietare la vivisezione dal 2007, è stato San Marino. E questo per aver capito e recepito quanto la sperimentazione animale sia eticamente inaccettabile a causa delle atroci sofferenze cui sono sottoposti gli animali da laboratorio. Ma anche quanto sia inutile e dannosa per l’essere umano poiché, come erroneamente si crede, non è l’antitesi alla sperimentazione sull’uomo ma l’anticamera, dal momento che ogni farmaco o sostanza,  dovrà poi essere sempre e comunque testata sull’uomo.

A Malta non vengono riportati esperimenti su animali dal 2014 al 2016….

Il tempo di Cartesio è finito da secoli, la ricerca medica si avvia ad abbandonare gli animali in tutto il mondo.
Esempio ne sono i tanti scienziati illuminati, le varie Università italiane, Paesi come Svezia, Belgio, Svizzera, Slovenia, Austria, Danimarca, Finlandia, Bulgaria, Norvegia, Portogallo…. Taiwan, Corea del Sud…che diminuiscono la vivisezione e aumentano l’uso dei metodi sostitutivi predittivi,  economici e pratici…e infine l’Olanda che entro il 2025 si impegna a raggiungere una ricerca in assoluto senza animali. L’Europa, purtroppo, continua a viaggiare a due velocità.

Anche il Consiglio Nazionale delle Ricerche degli Stati Uniti che sta avviando un cambiamento dallo stesso definito epocale, prevede un radicale cambiamento di paradigma in quanto definisce la sperimentazione animale "cattiva  scienza".  
Gli Stati Uniti hanno preso coscienziosamente atto della situazione avviando un progetto rivoluzionario il cui scopo è portare al superamento della sperimentazione animale giudicata inaffidabile e inutile. “Un piano destinato a concludersi tra vari anni non solo per il tempo di mettere a punto i metodi sostitutivi quanto per creare una nuova generazione di ricercatori e sperimentatori liberi dai vecchi pregiudizi e capaci di utilizzare i nuovi mezzi di ricerca”.

Il movimento antivivisezionista scientifico si è negli anni sempre più consolidato, specialmente all’estero, ma non ha importanza la nazione in cui il cambiamento avviene perché la ricerca è un settore globalizzato, ogni cambiamento si propaga al resto del mondo.

Secondo Bruno Fedi ex primario ospedaliero specialista in Oncologia, Anatomia patologica, Urologia, i medici antivivisezionisti esaminano scientificamente un metodo nell’interesse di tutti, non nell’interesse dei topi contro gli uomini, dei cani contro gli uomini.

Anche Thomas Hartung afferma: Io sono un medico e non posso accettare una crudeltà inutile, antiscientifica, antieconomica. La sperimentazione animale è una metodica troppo costosa e dura troppo a lungo. Fare un esperimento sugli animali per testare una sostanza chimica e sapere se è cancerogena costa 1 milione di euro e per avere dei risultati occorrono 4 anni. Troppo.
E’ nota la sua affermazione: “Non siamo ratti da 70 kg, se non fossero stati effettuati tanti test su animali oggi probabilmente avremmo disponibili modi più efficaci di curare le malattie”. www.limav.org/italia/i-metodi-alternativi-nella-ricerca-scientifica/

Da non dimenticare che una grossa parte della ricerca che utilizza animali è fatta semplicemente per pubblicare nuovi articoli per la carriera dei ricercatori, non certo per salvare vite umane. Ma anche quando lo scopo è di salvare vite umane, essa è solo fuorviata dall’uso di animali (LIMAV International www.limav.org/ ).

La ricerca si sta evolvendo, inoltre, verso una medicina di precisione che intende trattare ogni persona secondo le sue specificità con cure su misura come stabilisce il Women’s Brain Project.
Una medicina che negli Stati Uniti sta già distinguendo farmaci per donne, uomini, bambini, anziani…..in quanto ognuno è diverso e necessita un trattamento diverso. E se ognuno è tanto diverso da portare alla differenziazione fra umani, come può affidarsi alla sperimentazione sugli animali?

Si sta avviando anche un sistema denominato con il termine 4P Medicine, coniato nel 2013 da Leroy Hood, scienziato esperto in biotecnologia, genomica e proteomica, convinto sostenitore del passaggio culturale dalla “cura delle malattie” alla “gestione complessiva del benessere degli individui”, senza sperimentazione animale. In questo scenario si affacciano e prendono sempre più piede gli algoritmi interpretativi dei supercomputer che, in determinati casi, si rendono alternativi al medico in alcuni processi decisionali, ma che a breve potrebbero sostituirlo (anzi, in alcune realtà già lo sostituiscono) www.gemellihealthsystem.it/medicina-delle-4p/  www.futurimagazine.it/scenari/lintelligenza-artificiale-e-la-nuova-medicina-delle-4p/

I metodi sostitutivi esistono anche se poco finanziati.
Infatti, mentre l’Europa elargisce 70 miliardi di euro, la Germania 50 milioni, l’Italia appena 500.000 euro.   E’ evidente che l’ancoraggio ai vecchi metodi, l’incapacità di avanzamento e rinnovamento, la mancanza di visione, impediscono alla ricerca di navigare verso nuovi orizzonti.

I metodi sostitutivi sono ormai centinaia.  Dalle cellule umane alle ricerche computerizzate, agli organoidi:

  • i modelli informatici
  • le analisi chimiche
  • le indagini statistiche (come l’epidemiologia e la metanalisi)
  • gli organi bioartificiali
  • i microchip al DNA
  • i microcircuiti con cellule umane

Negli ultimi anni le tecniche di coltura in tre dimensioni di cellule staminali hanno visto dei progressi consistenti. Gli “organoidi”, i mini-organi così formati dalla struttura tridimensionale e dalle staminali che vi proliferano, forniscono un modello di come si sviluppa e vive un organo umano, imitandone struttura e funzionalità.
Un risultato potenzialmente rivoluzionario per lo studio di alcune malattie, ma anche per i test farmacologici. Dai laboratori del centro di ricerca dell’Università di Pisa “E.Piaggio” e dell’Università del Lussemburgo arrivano nuove scoperte che permetteranno agli organoidi di restare vitali, rendendoli modelli scientifici validi per lo studio di malattie come il Parkinson. Ma non è tutto. Lo sviluppo della tecnologia di coltura degli organoidi significa anche costruire un’alternativa concreta ai testi sugli animali. “L’evidenza sperimentale – conclude Arti Ahluwalia – ci dice che tecnologie bioingegneristiche integrate con nuovi metodi per la manipolazione di cellule staminali in-vitro rendono gli organoidi dei modelli scientificamente validi per i test farmacologici, aprendo la strada alla possibilità di fare a meno di cavie animali”.

 

Conclusioni


Ogni espressione di questa sintesi è ripresa da documenti di Istituti, dichiarazioni di scienziati, dati ufficiali che sottolineano:

a) il metodo cartesiano della vivisezione (animali macchine e non esseri senzienti come li definisce l’art. 13 del Trattato di Lisbona dell’Unione Europea), sicuramente contrario all’etica e alla civiltà a cui crediamo di essere arrivati non escludendo i forti dubbi sulla sua validità scientifica visto che solo il 3-5% dei prodotti testati su animali viene poi commercializzato;
b) i metodi informatici e altamente tecnologici, tecniche computerizzate e bioingegneria per  una ricerca che mira al raggiungimento veloce ed economico di una sempre migliore salute umana senza torturare esseri viventi, utilizzando metodi scientifici d’avanguardia.

Un’atrocità non è minore per il fatto che viene commessa in un laboratorio ed è chiamata ricerca medica: resta sempre atrocità. G.B. Shaw

Firenze, marzo 2021

Mariangela Corrieri






Torna ai contenuti