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Crostacei sul ghiaccio


La vendita di aragoste, astici e altri crostacei, particolarmente sostenuta nel periodo natalizio, non può avvenire esponendo gli animali su ghiaccio o con le chele legate. Lo afferma anche il Ministero della Salute in un documento medico-scientifico redatto dal suo Centro di Referenza Nazionale per il Benessere degli Animali, intitolato “Sofferenza di aragoste e astici vivi con chele legate e su letto di ghiaccio durante la fase di commercializzazione”.

Il documento tecnico-scientifco del Ministero della Salute afferma infatti che “Il posizionamento degli animali sul ghiaccio, anche se avvolti in sacchetti a tenuta, è assolutamente inappropriato sia come metodo anestetico che come metodi di stoccaggio, in quanto il contatto diretto con il ghiaccio determina asimmetria della perfrigerazione, sbalzo improvviso di temperatura, shock ipoosmotico da acqua di scioglimento o da condensa, ipossia e stress anaerobico”. A proposito di esposizione alla luce diretta e intensa, come spesso succede, il parere medico scientifico parla di “condizione generatrice di stress che riduce inoltre i tassi di sopravvivenza”. Per ciò che riguarda la legatura prolungata delle chele afferma che: “determina atrofia muscolare e inibizione dell’alimentazione se naturale e causa la ben più importante interferenza con i comportamenti di minaccia/difesa, l’applicazione della banda in animali freschi di muta può distorcere e indebolire le chele”.

L’autorevolezza e l’ufficialità della fonte di questo parere tecnico-scientifico ci consentiranno di ottenere sanzioni a favore degli animali e di mettere al bando questa pratica crudele tanto quanto la cottura delle aragoste vive in acqua bollente.

La  giurisprudenza di merito ha già confermato tale assunto con diverse pronunce, tra cui il Tribunale di Vicenza (24 aprile 2006) che ha emanato un decreto penale di condanna ad un ristoratore reo di aver maltratto gli astici, o la stessa Procura di Milano (6 novembre 2006) che ha emanato un decreto penale di condanna contro un ristoratore milanese.

Alcuni Comuni, per esempio Roma, hanno espressamente vietato questa pratica nei propri Regolamenti per la tutela degli animali.

Toscana: prima condanna

Un ristoratore di Campi Bisenzio (FI), a seguito della denuncia dell'ottobre 2012 della Lav di Firenze, seguita dall'Avvocato Maria Beatrice Perugini, in cui intervenne la Polizia Municipale, è stato condannato dal Tribunale di Firenze, ai sensi dell'art.727 del Codice Penale (Maltrattamento di Animali), a €.5.000,00 di ammenda oltre al pagamento delle spese legali, per aver detenuto in frigorifero astici e granchi vivi e con le chele legate a una temperatura tra 1,1 e 4,8 gradi.



Lettera inviata a vari quotidiani


Gentili giornalisti,
plaudiamo per la straordinaria sentenza che, prima volta in Toscana, ha condannato un ristoratore di Campi Bisenzio per aver custodito crostacei con chele legate su letto di ghiaccio.
Finalmente anche i piccoli, da noi umani considerati insignificanti animali, vengono tutelati. Come dovrebbe esserlo il grillo della famosa festa fiorentina che invece ha ricevuto il via libera alla cattura, prigionia e sicura morte, dopo i quindici anni della sua libertà e della nostra evoluzione di coscienza.
Non dimentichiamoci però che i crostacei risarciti dal giudice, anche se tenuti in modo consono(?), subiranno comunque un'ulteriore e ben più terribile tortura: quella di essere bolliti vivi.
Non ci scandalizza questo?
Gridano e non li sentiamo, si contorcono e non li vediamo. Per noi è solo cibo, per loro è tortura e morte.
l nostro pensiero dovrebbe soffermarsi sulla nostra crudeltà che, come le tre scimmiette, non vede non sente, non ode.
Grazie per l'attenzione.


Firenze, 16 aprile 2014
                                                                                       Mariangela Corrieri
                                                                             Associazione Gabbie Vuote Firenze

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