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Articoli per la rivista Italia Uomo Ambiente di Pronatura Firenze

Da agosto 2018 Gabbie Vuote collabora con la Rivista Italia Uomo Ambiente di Pronatura Firenze

Il pollo


Pollo e gallina appartengono entrambi alla stessa specie, quella del Gallus gallus domesticus. Tuttavia, tra di loro esistono, in realtà, differenze.

Il pollo è un giovane uccello, indifferentemente maschio o femmina, che viene ucciso per ricavarne le carni.

La gallina è la femmina che ha raggiunto l’anno di vita e che viene allevata per produrre uova.

Il gallo è il maschio della specie che, dall’età di 10 mesi, viene utilizzato a scopo riproduttivo.

I polli da carne, detti broiler, vengono uccisi a pochi mesi di vita quando si dovrebbero considerare pulcinotti. Questa uccisione prematura avviene per la crescita esasperata a causa della selezione genetica a cui sono sottoposti. lo scopo è allevare in pochissimo tempo animali con un petto esagerato.
Dopo la schiusa, i pulcini finiscono in grandi capannoni dove in 35-45 giorni raggiungono il peso di circa 2 kg prima di essere macellati. Per arrivare al peso ottimale, i pulcini mangiano in modo forsennato tutto il giorno mangimi ipercalorici e iperproteici geneticamente modificati e trattati con molti pesticidi. In poco più di un mese sviluppano una muscolatura esagerata soprattutto nel petto che cresce velocemente rispetto alle altre parti del corpo creando grossi scompensi. Il cuore è troppo piccolo non riesce a pompare quantità di sangue sufficiente per irrorare i muscoli e, in assenza di quantità adeguate di ossigeno e di sostanze nutritive, i muscoli del petto si infiammano. In queste condizioni collagene e grasso sostituiscono le fibre muscolari, formando strisce bianche ben visibili che a volte sembrano vere e proprie cicatrici.

Alla fine del ciclo che dura da 5 a 7 settimane, i polli hanno un petto enorme, fanno fatica a camminare e vengono macellati. Non potrebbe essere altrimenti, perché con il passare dei giorni il peso del petto aumenta ulteriormente e le zampe non riescono a sostenere il corpo. Basta dire che quando si posticipa la macellazione di quattro settimane, il tasso di mortalità spontanea aumenta di sette volte perché il fisico dei polli non riesce a supportare la crescita troppo rapida.

Questo tipo di allevamento non è compatibile con il benessere animale ma sembra che sia normale trovare in tutti i supermercati petti di pollo con strisce bianche ben visibili ad occhio nudo.  Le strisce bianche sono segno evidente di un’alterazione dei tessuti.

Recentemente la rivista Salvagente ha sollevato il problema delle strisce bianche sui polli allevati in Italia.

L’esame in laboratorio di questi animali fa registrare una percentuale di grasso in continua crescita che rende la loro carne sempre più simile alla carne rossa (manzo, vitello, maiale, agnello) che l’OMS ha inserito nel gruppo delle sostanze cancerogene con ragionevole certezza, in grado di aumentare il rischio di tumori.

L’Università di Bologna che ha esaminato i dati di laboratorio, ha confermato che questi polli a strisce bianche sono animali malati, con il metabolismo alterato, animali che morirebbero comunque giovani se non fossero macellati a poche settimane di vita.

In Italia è molto difficile avere altre notizie dagli allevamenti perché nessuna delle tre aziende leader di mercato (Aia, Fileni e Amadori) ha voluto rispondere alle domande avanzate e questo non è certo un buon segnale.

Ricordiamo che gli animali, sono esseri viventi e senzienti e perfino "coscienti e consapevoli nella misura in cui lo sono gli esseri umani" come hanno dichiarato i numerosi scienziati che hanno stilato la dichiarazione di Cambridge nel 2012 firmata in presenza di Stephen Hawking, icona indiscussa della scienza moderna (poi confermata e ampliata dalla Dichiarazione di New York dell’aprile 2024).

Ci domandiamo: è tutela del benessere animale questo comportamento? E’ il rispetto dell’art. 9 della Costituzione che recita: La legge dello Stato disciplina i modi e le forme di tutela degli animali…?
Evidentemente siamo tornati al tempo di Cartesio che sezionava vivi cani e gatti e altri animali. Li amputava dicendo che erano come macchine e rispondeva a chi gli faceva notare le loro grida che le urla e i lamenti erano come il rumore delle lancette di un orologio.

Il problema dei polli broiler riguarda, purtroppo, tutti gli animali che crescono in un allevamento intensivo, inclusi i pesci.

La buona notizia è che il Parlamento europeo nel marzo 2024 equipara gli allevamenti intensivi a impianti industriali a causa delle emissioni di ossido di azoto, ammoniaca, mercurio, metano e biossido di carbonio e quindi la norma appena emessa, che prevede la riduzione di queste emissioni considera anche il benessere animale e si applica, fra gli altri allevamenti (galline ovaiole e maiali), anche alle aziende con oltre 40.000 polli di tipo broiler.

Un consiglio: vedere il documentario Food for Profit.

Firenze, dicembre 2024

Mariangela Corrieri
Presidente Gabbie Vuote ODV Firenze










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